Nella contrada che si estende ai piedi del colle Calvario, sul lato sud, ricade una vasta necropoli, proseguimento di quella del Calvario, alla quale si congiunge attraverso quella della Perriera.
Durante un recente scavo (1990), avviato in seguito ad un rinvenimento casuale in occasione dei lavori per la costruzione della caserma dei Carabinieri, è venuta alla luce una necropoli greca, databile tra il 520 e il 450 a. C. circa, che presenta qualche elemento indigeno.
Le sepolture sono tutte multiple, con un minimo di tre soggetti ad un massimo di sette, appartenenti allo stesso gruppo familiare. Da sottolineare la presenza di resti di un cavallo seppellito con il suo padrone, caso raro ma non unico poiché già in località Calvario, in una necropoli più recente, fu fatto lo stesso rinvenimento. I pezzi di corredo recuperati furono numerosissimi e tutti pregevoli. Tra le ceramiche sono da segnalare in particolare una "kelebe" attico a figure rosse del 460 a. C. circa, una "oinochoe" a bocca trilobata e figure nere di produzione attica, datato al 520 a. C. e uno "skyphos" a figure rosse del 480 a. C. circa. Ritrovati anche oggetti in oro, argento e bronzo, particolarmente interessanti gli strigili, gioielli ed utensili di uso comune. Importante è il ritrovamento di un sarcofago ed un coperchio monolitico in tufo calcareo rinvenuti in un loculo, probabilmente destinati ad un illustre personaggio, ma mai utilizzati.
Nella stessa zona, tra via Martoglio e via della Regione Siciliana, sarebbe venuto alla luce un laboratorio completo per manufatti in argilla; parte di un abitato greco tardo nonché parti di strutture di abitato greco risalenti ad epoca arcaico classica (VI-V-IV secolo a. C.).
Bibliografia:
P. Orsi, Registro d'inventario. Soprintendenza alle Antichità di Siracusa;
M. Libertini, Il Regio Museo di Siracusa, 1923;
E. Paino, Nuova iscrizione sicula, in "Kokalos" 1958.